martedì 7 aprile 2015

Asilo Politico, Todi, 2015.


Questo progetto è stato realizzato in collaborazione con l’Istituto Agrario Ciuffelli e la Caritas di Todi, due strutture che negli ultimi anni hanno attivato una collaborazione (patrocinata dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e da Libera Associazione di nomi e numeri contro le mafie) per quanto riguarda l’accoglienza e la formazione professionale dei richiedenti asilo.
I richiedenti asilo, nell'attesa che gli organismi competenti si pronuncino,  vengono infatti inseriti in un progetto di accoglienza, gestito dalla Caritas di Todi, che da anni è impegnata in questa attività, nell'ambito del sistema SPRAR, accogliendo ogni anno decine di persone.
Caritas e Istituto Agrario hanno dato alla luce il progetto “Asylon”, che si propone di attivare percorsi formativi per queste persone (minori inclusi), durante il loro periodo di permanenza in accoglienza. I percorsi formativi sono realizzati dall'Istituto Agrario di Todi e includono sia i corsi di qualificazione professionale, sia i percorsi di studio quinquennali, per l'ottenimento del diploma, in regime di convitto per tutto il periodo scolastico.
I richiedenti asilo sono stati inoltre coinvolti nella produzione del Grechetto di Todi Doc, vino bianco che ogni anno viene prodotto e commercializzato dall'azienda agricola
annessa all'Istituto Agrario. I proventi della vendita vengono interamente destinati al finanziamento dei percorsi formativi per rifugiati.
Inoltre è stata stipulato un accordo tra la Caritas e il Comune di Todi che vede settimanalmente impegnati alcuni dei ragazzi ospiti del Centro nella pulizia del parco della Rocca di Todi.
Le immagini riportate ritraggono alcuni dei richiedenti asilo sia all’interno dell’Istituto Agrario sia all’interno del Centro Caritas.






Se c’è una cosa che ho imparato dalla loro amicizia è che chi sopravvive a un naufragio in cui ha assistito impotente alla morte dei propri cari, dei propri amici, dei propri compagni, dei propri figli, non riesco più a liberarsi da quell’immenso dolore. Ne rimangono impregnati il volto, la voce, la vita. Quel dolore è inscalfibile e intraducibile, ancor più inscalfibile e intraducibile quando non incontra altro che silenzio e indifferenza. 


Alessandro Leogrande, La Frontiera
















Quando si viene cacciati dalla terra in cui si è nati, quando si perdono affetti e amici, non per questo, però, non perché non ci sia alcun Omero a ordire  la via che ci riavvicina a ciò che si è perduto e a cui siamo legati, non perché non ci vengono concessi viaggi decennali da intraprendere, canti delle sirene da cui difendersi o giganti da accecare, ci si può concedere di rinunciare ad un altro viaggio, un nuovo viaggio che faccia in modo che la vita, nonostante tutto, torni ad accadere. 

Federico Pace, Controvento 


























Cosa fai quando non puoi partire e non puoi tornare?

 

Hisham Matar, Il ritorno