Questo
progetto - realizzato in collaborazione con l'Associazione Differenza Donna che
opera sul territorio romano per combattere la violenza di genere - intende
raccontare la vita all'interno dei centri di accoglienza, gestiti
dall'Associazione stessa, per donne vittime di violenza e disagio sociale
(violenza domestica, traffico di prostituzione, stalking etc. etc.).
Ai
ritratti delle donne ospitate si alternano scarne immagini dei pochi oggetti,
indumenti e ricordi che le donne sono riuscite a portare con sé al momento
della fuga e che diventano una sorta di punto di partenza per la ricostruzione
delle loro vite.
Il
titolo del progetto è tratto dal nome di uno dei centri, ma è stato mantenuto
per il suo riferimento metaforico alle maree della vita che possono
colpire, destabilizzare, ma anche trasformare positivamente alcune
esistenze come quelle dei soggetti ritratti in questi luoghi che costituiscono una sorta di limbo da cui ripartire.
- Conosci uno scrittore di nome Chesterton ? - le ho chiesto.
- Non l’ho mai letto, perché?
- Chesterton diceva che le fiabe non servono a spiegare ai bambini che i draghi esistono. Questo i bambini lo sanno già.
- E a che servono? – mi ha chiesto lei.
- Le fiabe servono a spiegare ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.
Dal libro Passeggeri notturni, di Gianrico Carofiglio.
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